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Immagine del redattoreVittoria Tomasi

Alla scoperta della Val di Sole - Sciare a Marilleva

Aggiornamento: 12 set 2020



Se siete amanti dello sci e, in generale, della neve, sicuramente avrete già sentito parlare della regina delle Dolomiti. No, non sto parlando della magica Cortina d’Ampezzo, ma di Madonna di Campiglio, altrettanto famosa e quotatissima meta per i vacanzieri più esigenti.

I suoi 150 km di piste sci ai piedi sono un carosello sicuramente da non sottovalutare, soprattutto se consideriamo tutto il complesso della Val di Sole, che vi permetterà di visitare tre diversi comprensori in una sola settimana biancao, come abbiamo fatto noi, in tre giorni: la skiarea Campiglio – Dolomiti di Brenta, la skiarea Tonale – Ponte di Legnoe la piccola, ma sorprendente, Pejo 3000.





PRIMA TAPPA: MARILLEVA 1400 E GROSTE'



Il nostro itinerario parte proprio dalla skiarea più famosa, che raggiungiamo abbastanza agevolmente (nonostante la fila agli impianti di collegamento) salendo da Marilleva 900, un paese strategico e vicino ai diversi comprensori.

Una volta presa la prima cabinovia, arriviamo fino a Marilleva 1400, un grande dormitorio in quota e punto di partenza per iniziare un lungo skitour dalle mille possibilità.

L’area infatti è collegata a Folgarida, Pinzolo e, naturalmente, a Madonna di Campiglio, meta gettonatissima che non abbiamo intenzione di perderci. Per questo risaliamo subito fino al monte Vigo(sopravvivendo alla lunga coda della seggiovia Orso Bianco) e Pradalago, ritrovandoci a percorrere una lunga pista in compagnia di panorami stupendi, direzione Grostè.



L’avevate già sentita nominare? Be’, c’è un motivo. Si tratta di uno degli scorci più belli di Madonna di Campiglio, capace di mettere d’accordo gli sciatori più accaniti e gli amanti della mondanità. Noi, ovviamente, facciamo parte della prima categoria (almeno per la maggior parte delle volte!) e, dopo qualche scatto e video di rito al panorama mozzafiato, iniziamo la discesa (e risalita) fino al monte Spinale, altra meta imperdibile, famosa per lo chalet Fiate la sua DIRETTISSIMA, la pista nera numero 70.

Il 70, vi avverto, è anche la percentuale di pendenzache caratterizza l’ultimissima parte della pista. Una vera e propria sorpresa a fine percorso, capace di spiazzare anche gli sciatori con più esperienza. Se non vi sentite pronti ad affrontarla, potete sempre decidere di prendere la seggiovia n. 38, ma la soddisfazione (e il brivido) di arrivare fino alla cabinovia saranno impagabili.


IL RIENTRO



Una volta esplorata la zona Grostè e Spinale, decidiamo di tornare indietro, non tanto per la distanza, quanto per le file agli impianti (nel week-end), che devono essere calcolate per il rientro.

L’itinerario però è ancora lungo e ci permette di attraversare (sempre sci ai piedi e con l’aiuto di un tappeto mobile) Madonna di Campiglio e di fare ritorno verso Marilleva, un comprensorio da non sottovalutare per via delle sue piste ampie e, a tratti, impegnative.


Quelle da non perdere?


Sicuramente la ORTI – MARILLEVA, una nera che attraversa un fitto bosco di abeti e che vi regalerà diversi cambi di pendenza.

Se invece preferite un tracciato che vi permetta di non staccare mai gli sci dai piedi, allora scendete per la ORSO BRUNO, proseguendo poi per la PANCIANA, fino a Marilleva 1400, dopo circa 5 km di sciata.


E per finire in bellezza? Sicuramente un après-ski a Marilleva 1400 o 900 oppure una pausa rigenerante al centro benessere, progettando la prossima sciata ;)
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